{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":645,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":697,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":1,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1382,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":2,"id":"vd-2","videoId":2},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":645,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":3,"id":"vd-0","videoId":3},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":697,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":4,"id":"vd-1","videoId":1},{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":1382,"end":1683.911111},"spot":null,"idx":5,"id":"vd-2","videoId":2}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":44,"end":65},"art":"Matese","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6d/Matese.jpg/260px-Matese.jpg\"></div><br><div>\n<p>Il <b>Massiccio del Matese</b> fa parte dell'Appennino sannita ed è compreso in due regioni (Molise e Campania) e quattro province (Campobasso, Isernia, Caserta e Benevento).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1198\nCached time: 20170227141258\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.305 seconds\nPreprocessor visited node count: 2259/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 28505/2097152 bytes\nTemplate argument size: 2420/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 15/40\nExpensive parser function count: 9/500\nLua time usage: 0.092/10.000 seconds\nLua memory usage: 2.58 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 266.101 1 -total\n100.00% 266.101 1 Template:Montagna\n 88.16% 234.603 1 Template:Infobox\n 20.49% 54.520 6 Template:Band_div\n 12.94% 34.421 1 Template:IT-MOL\n 12.69% 33.760 1 Template:Immagine_sinottico\n 10.05% 26.730 3 Template:Wikidata\n 9.32% 24.794 12 Template:Divisione_amministrativa/Stemmi\n 8.65% 23.007 3 Template:Controllo_Wikidata\n 8.40% 22.346 10 Template:Divisione_amministrativa/Voci\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Matese\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Matese"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":103.8,"end":133.8},"art":"Brigantaggio","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;Per &lt;b&gt;brigantaggio&lt;/b&gt; si suole definire una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione, ma che ha avuto, in altre circostanze, risvolti insurrezionalisti a sfondo politico e sociale.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno fra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi, fu duramente repressa in epoca napoleonica, borbonica e risorgimentale, allorquando, dopo essersi sviluppata ulteriormente, si contrappose alle truppe del neonato Stato italiano.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;In questa fase storica, all'interno o al di fuori delle bande, agirono, mossi anche da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici.&lt;br&gt;\n&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.076 seconds\nReal time usage: 0.089 seconds\nPreprocessor visited node count: 22/1000000\nPreprocessor generated node count: 146/1500000\nPost‐expand include size: 51/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Brigantaggio\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Brigantaggio"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":218.4,"end":248.4},"art":"Borbone di Napoli","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n\n&lt;p&gt;La dinastia dei &lt;b&gt;Borbone di Napoli&lt;/b&gt;, detta anche &lt;b&gt;di Sicilia&lt;/b&gt;, quindi &lt;b&gt;delle Due Sicilie&lt;/b&gt;, fu un ramo italiano della famiglia Borbone, casa reale del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia (poi unificato come Regno delle Due Sicilie) dal 1734 al 1861.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Il fondatore della dinastia fu Carlo di Borbone, re di Napoli tra il 1734 e il 1759, figlio di Filippo V di Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713, oltre che re di Spagna tra il 1700 e il 1746, e fondatore a sua volta della dinastia dei Borbone di Spagna) e della italiana Elisabetta Farnese. Carlo ebbe otto figli. 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Se la soluzione evapora, avviene la reazione:&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;Il bicarbonato di calcio si forma quando dell'acqua contenente biossido di carbonio in soluzione (acido carbonico) reagisce con il carbonato di calcio.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Questa reazione è molto importante per la formazione di stalattiti, stalagmiti e altre strutture presenti nelle grotte. L'acqua contenente anidride carbonica atmosferica attraversa il calcare, o del carbonato di calcio contenente altri minerali, e converte parte del carbonato di calcio in bicarbonato, che possiede un'alta solubilità.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;La reazione dipende in gran parte dalla temperatura, in quanto un aumento di questa porta alla degassazione del biossido di carbonio in soluzione. 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Circa 200 anni dopo, nel 1962, un sodalizio romano individua e percorre un tratto della cavita&amp;#39; e nota un pozzo superiore; ma e&amp;#39; solo nel &amp;#39;74 che i due ingressi vengono messi in relazione grazie ad un altro gruppo romano che, da allora, curera&amp;#39; le esplorazioni. Quattro anni piu&amp;#39; tardi, gli esploratori, dopo un lungo tratto su canotto, si fermano, bypassato un sifone, su di un nuovo grande lago.&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&lt;a href=\"http://www.gsmatese.it/\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere...&lt;/a&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&amp;nbsp;&lt;/p&gt;\n","art":"Borbone di Napoli"},{"id":"tx-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":465.6,"end":495.6},"title":"Grotta Pozzo della Neve","text":"&lt;p&gt;&lt;span style=\"font-size:13px; line-height:1.6em\"&gt;Nel 1955 viene scoperto, ad opera di un gruppo di speleologi romani, l&amp;#39;ingresso del Pozzo della Neve e la grotta viene esplorata fino ad un sifone che, pochi metri piu&amp;#39; in basso, frena la discesa e le speranze. Nell&amp;#39;agosto del &amp;#39;62 il sifone viene trovato libero e la grotta viene esplorata fino all&amp;#39;inizio del Ramo Attivo; quattro anni dopo viene percorsa una parte di questo ramo e, in contemporanea, un&amp;#39;altra squadra esplora il Ramo Principale fino al Pozzo 80.Il gruppo a questo punto si scinde e, mentre nel &amp;#39;71 alcuni raggiungono il fondo del Ramo Attivo, altri, nel &amp;#39;72, dopo aver sceso il P.80, si fermano all&amp;#39;inizio della Galleria Nunziata. Nel corso dei due anni successivi si raggiunge il fondo, per allora, su di un sifone alla profondita di 731 metri.Nel 1981 il sifone viene finalmente superato da un sub (oggi si puo&amp;#39; by passare) e si esplora fino a -818;&amp;nbsp; [veduta di Pozzo della Neve-Ramo dei Baba&amp;#39;] L&amp;#39;anno dopo viene raggiunta la Fessura del Casco che, per molto tempo, sar&amp;agrave; il punto piu&amp;#39; profondo&amp;nbsp;&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;di PdN (-895).&amp;nbsp;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&lt;a href=\"http://www.gsmatese.it/\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere...&lt;/a&gt;&lt;/p&gt;\n"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":588.9,"end":618.9},"art":"Torano (fiume)","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http:null\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;&lt;p&gt;Il &lt;b&gt;Torano&lt;/b&gt;, è un fiume dell'Italia meridionale, affluente del fiume Volturno.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Origina dal Lago del Matese allo &lt;i&gt;Scennerato&lt;/i&gt;. Segue un percorso tortuoso, con infiltrazioni, conche e cascate, con un accentuato dislivello di 800 m. Attraverso il complesso calcareo l'acqua scende fino a valle, con nuova sorgente presso il centro antico di Piedimonte Matese. Bagna il Sannio Alifano interessando gli abitati di Piedimonte Matese e di Alife, per una lunghezza di circa 11 km, prima di affluire nel Volturno in territorio alifano.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Dal punto di vista strettamente demaniale , il fiume Torano lo si considera come originato dalle omonime sorgenti poste in agro di Piedimonte Matese .&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Il Torano si divide in due rami per intervento umano probabilmente già in età classica, denominati nuovo e vecchio, e tale distinzione risale certamente a prima del XIII secolo. La biforcazione avviene a valle di Piedimonte in località Chiusa a 2,2&amp;nbsp;km. dalla Sorgente; il Torano vecchio, scorre a destra per la località Vernelle, il ramo nuovo scorre a sinistra per Alife. I due rami sboccano nel Volturno a 5&amp;nbsp;km. di distanza tra di loro.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Oggi per questi rami viene utilizzata la definizione classica&amp;nbsp;: ramo destro e ramo sinistro ( intendendosi per destro e sinistro i lati che vede un osservatore con le spalle poste alla sorgente , ndr ) .&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Nel Medioevo alimentava numerosi mulini, e ancora negli Statuti di Alife del 1503 emerge l'importanza del fiume nell'economia locale. Nella seconda metà del XVI secolo il poeta Ludovico Paterno lodava il &lt;i&gt;dolce e patrio Toran che per due strade, l'argento e l'ambra nel Volturno asconde&lt;/i&gt;.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Fino agli '60 del XX secolo era possibile ammirare la sorgente di Piedimonte, e la cascata presso le mura romane di Alife. 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La sua lunghezza può variare dagli 80 ai 240 cm, anche se raramente supera i 160. 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Altro aspetto che differenzia questa specie rispetto agli ofidi, è la presenza di palpebre che si chiudono, un minor numero di vertebre ed una pelle più robusta. Recenti studi genetici hanno separato la linea evolutiva italiana classificando gli orbettini al di sotto delle Alpi e del Sud-est della Francia come Anguis cinerea o Anguis veronensis.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1141\nCPU time usage: 0.252 seconds\nReal time usage: 0.279 seconds\nPreprocessor visited node count: 500/1000000\nPreprocessor generated node count: 6011/1500000\nPost‐expand include size: 5853/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1006/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anguis fragilis\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Anguis fragilis"},{"id":"wk-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":805.8,"end":835.8},"art":"Pastorizia","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;La &lt;b&gt;pastorizia&lt;/b&gt; è una delle forme più antiche di allevamento, praticata con la maggior parte delle specie animali domestiche da reddito: principalmente ovini, caprini, bovini, ma anche suini ed equini.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1147\nCPU time usage: 0.076 seconds\nReal time usage: 0.093 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pastorizia\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Pastorizia"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":855,"end":885},"art":"Pescolanciano","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/6/6c/Pescolanciano-Stemma.png/80px-Pescolanciano-Stemma.png\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;&lt;b&gt;Pescolanciano&lt;/b&gt; (&lt;i&gt;Pesculangiànë&lt;/i&gt; in molisano) è un comune italiano di 904 abitanti della provincia di Isernia in Molise.&lt;br&gt;\n&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1192\nCPU time usage: 0.540 seconds\nReal time usage: 0.617 seconds\nPreprocessor visited node count: 2380/1000000\nPreprocessor generated node count: 13261/1500000\nPost‐expand include size: 25704/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2786/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.081s\nLua memory usage: 633 KB\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pescolanciano\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Pescolanciano"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":948.7,"end":978.7},"art":"Monte Miletto","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/e/e4/Monte_Miletto.jpg/250px-Monte_Miletto.jpg\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;&lt;span style=\"font-size: small;\"&gt;&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;&lt;b&gt;Monte Miletto&lt;/b&gt; è la vetta più alta dei monti del Matese (2050 m s.l.m.). È posizionato al centro del Massiccio e divide le regioni Campania e Molise e quattro provincie: Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso, anche se l'estrema punta si trova in provincia di Isernia, nel comune di Roccamandolfi.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1115\nCPU time usage: 0.440 seconds\nReal time usage: 0.510 seconds\nPreprocessor visited node count: 1613/1000000\nPreprocessor generated node count: 12813/1500000\nPost‐expand include size: 18626/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2058/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 18/40\nExpensive parser function count: 4/500\nLua time usage: 0.012s\nLua memory usage: 543 KB\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Monte Miletto\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Monte Miletto"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":988.6,"end":1018.6},"art":"Lago del Matese","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/78/Lago_del_matese_in_autunno.JPG/260px-Lago_del_matese_in_autunno.JPG\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n\n&lt;p&gt;Il &lt;b&gt;lago del Matese&lt;/b&gt; è il lago di natura carsica più alto d'Italia, situato ai piedi del Monte Miletto (2050 m slm) e del Monte Gallinola (1923&amp;nbsp;m s.l.m.) nel gruppo montuoso del Matese, nel comune di San Gregorio Matese e Castello del Matese in provincia di Caserta. 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Costituiscono il genere &lt;i&gt;&lt;b&gt;Fulica&lt;/b&gt;&lt;/i&gt;.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;La maggior varietà di specie si riscontra in Sudamerica ed è probabile che questo genere abbia avuto origine là.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Questi ralli hanno un piumaggio quasi completamente nero e, diversamente da molti ralli, sono solitamente facili da vedere, dal momento che nuotano spesso in acque aperte piuttosto che nascondersi nel sottobosco.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Sulla fronte presentano degli scudi prominenti od altre decorazioni, hanno becchi colorati e molte, ma non tutte, hanno il sottocoda bianco. Come altri ralli, hanno dita palmate.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Tendono ad avere corte ali arrotondate ed a non essere buone volatrici, sebbene le specie settentrionali siano tuttavia in grado di coprire lunghe distanze; in rare occasioni la folaga americana ha raggiunto la Gran Bretagna e l'Irlanda. Le specie che migrano si spostano solo di notte.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Grazie alle zampe robuste le folaghe possono camminare e correre velocemente e le loro lunghe dita sono ben adattate alle superfici soffici ed accidentate.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Questi uccelli sono onnivori e si nutrono soprattutto di vegetali, ma anche di piccoli animali e uova. Durante la stagione degli amori sono aggressivamente territoriali, ma generalmente si possono vedere in stormi numerosi tra la bassa vegetazione dei laghi in cui preferiscono vivere. 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Insieme di tribù riunite nella Lega sannitica, estesero nel corso della prima metà del I millennio a.C. la propria area di influenza, fino ad arrivare a comprendere i loro vicini meridionali, gli Osci, ai quali erano linguisticamente molto affini. Nel IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica romana, allora potenza in piena ascesa. Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannitiche sancirono la supremazia dei Romani, incrinata da defezioni e ribellioni nei secoli seguenti, ma mai messa in discussione. 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A differenza di altri sport acquatici con cui spesso viene confuso (rafting, kayak, hydrospeed, o canoismo a causa del nome inglese \"canoeing\") si percorre il torrente a piedi, senza l'ausilio di gommone o canoa.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;L'ambiente in cui si svolge, comunemente detto forra, è per sua stessa natura inospitale. Un percorso di torrentismo si svolge all'interno di gole profondamente scavate nella roccia, caratterizzate in genere da forte pendenza. Gli ostacoli sono quindi costituiti da cascate, salti di roccia, scivoli, corridoi allagati, laghetti. È quindi impossibile la progressione a ritroso. L'uscita dal canyon avviene solo al suo termine o in corrispondenza di scappatoie, se presenti.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Lo sport si svolge in gruppo, composto in genere dai 4 agli 8 torrentisti. Il torrentismo non è necessariamente uno sport estremo. Come per altri sport esistono percorsi di varia difficoltà, dai più semplici canyon d'iniziazione ai percorsi estremi invernali. Con la giusta preparazione tecnica, una discreta preparazione atletica e un po' d'esperienza, si può godere in tutta sicurezza della bellezza di luoghi incontaminati e del piacere di uno sport praticato all'aria aperta.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1208\nCPU time usage: 0.056 seconds\nReal time usage: 0.074 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Torrentismo\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Torrentismo"},{"id":"wk-22","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":103.8,"end":133.8},"art":"Brigantaggio","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;Per &lt;b&gt;brigantaggio&lt;/b&gt; si suole definire una forma di banditismo caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione, ma che ha avuto, in altre circostanze, risvolti insurrezionalisti a sfondo politico e sociale.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Sebbene il fenomeno abbia origini remote ed abbia interessato periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, con questo termine, ci si riferisce, generalmente, alle bande armate presenti nel Mezzogiorno fra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia. In particolare, l'attività brigantesca assunse connotati politici e religiosi con le sollevazioni sanfediste antifrancesi, fu duramente repressa in epoca napoleonica, borbonica e risorgimentale, allorquando, dopo essersi sviluppata ulteriormente, si contrappose alle truppe del neonato Stato italiano.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;In questa fase storica, all'interno o al di fuori delle bande, agirono, mossi anche da motivazioni di natura sociale e/o politica, gruppi di braccianti ed ex militari borbonici.&lt;br&gt;\n&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1129\nCPU time usage: 0.076 seconds\nReal time usage: 0.089 seconds\nPreprocessor visited node count: 22/1000000\nPreprocessor generated node count: 146/1500000\nPost‐expand include size: 51/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 3/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Brigantaggio\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Brigantaggio"},{"id":"wk-23","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":218.4,"end":248.4},"art":"Borbone delle Due Sicilie","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/20/Great_Royal_Arms_of_theTwo_Sicilies.svg/100px-Great_Royal_Arms_of_theTwo_Sicilies.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La dinastia dei <b>Borbone delle Due Sicilie</b>, detta anche <b>Borbone di Napoli</b>, è uno dei rami italiani della famiglia Borbone, casa reale del Regno di Sicilia citeriore (Napoli) e del Regno di Sicilia ulteriore (Sicilia), poi unificati come Regno delle Due Sicilie.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1280\nCached time: 20170227142409\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.028 seconds\nReal time usage: 0.044 seconds\nPreprocessor visited node count: 491/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 34427/2097152 bytes\nTemplate argument size: 17473/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 7/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 15.458 1 -total\n 62.05% 9.592 1 Template:Casa_dei_Borboni_(Napoli)\n 50.54% 7.813 1 Template:Navbox_stemma\n 37.58% 5.809 1 Template:Casata\n 19.81% 3.063 8 Template:Cassetto\n 12.42% 1.920 8 Template:Sezione-tabella\n 7.30% 1.128 2 Template:Maiuscoletto\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Borbone delle Due Sicilie\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Borbone delle Due Sicilie"},{"id":"wk-24","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":299,"end":329},"art":"Gola (geografia)","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n\n&lt;p&gt;In geografia, una &lt;b&gt;gola&lt;/b&gt; (detta anche &lt;b&gt;forra&lt;/b&gt; o &lt;b&gt;canyon&lt;/b&gt;, dall'inglese e questa dello spagnolo &lt;b&gt;cañón&lt;/b&gt;) è una valle profonda con pareti ripide. È il risultato di fenomeni erosivi che si verificano quando un fiume o un torrente incidono vigorosamente il proprio letto in rocce coerenti e molto resistenti, generando valli strette, profondamente incassate nelle formazioni erose e con pareti molto ripide, talora strapiombanti. Spesso l'andamento è meandriforme.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Esempi di forre o canyon in Italia sono l'orrido del Vajont che sovrasta la città di Longarone in Veneto, tristemente famoso per la costruzione della diga a doppio arco più alta della Terra (poco meno di 280&amp;nbsp;m di altezza), e dove il crollo del soprastante monte Toc dentro il bacino artificiale costò la morte a più di 2000 persone. Oppure la gola di Pisino in Istria (dal 1945 sotto la sovranità croata) dove il torrente Foiba precipita con un salto di oltre 130&amp;nbsp;m, inabissandosi dopo aver percorso un canyon di più di 17&amp;nbsp;km. 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Se la soluzione evapora, avviene la reazione:</p>\n\n<p>Il bicarbonato di calcio si forma quando dell'acqua contenente biossido di carbonio in soluzione (acido carbonico) reagisce con il carbonato di calcio.</p>\n<p>Questa reazione è molto importante per la formazione di stalattiti, stalagmiti e altre strutture presenti nelle grotte. L'acqua contenente anidride carbonica atmosferica attraversa il calcare, o del carbonato di calcio contenente altri minerali, e converte parte del carbonato di calcio in bicarbonato, che possiede un'alta solubilità.</p>\n<p>La reazione dipende in gran parte dalla temperatura, in quanto un aumento di questa porta alla degassazione del biossido di carbonio in soluzione. 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Circa 200 anni dopo, nel 1962, un sodalizio romano individua e percorre un tratto della cavita&amp;#39; e nota un pozzo superiore; ma e&amp;#39; solo nel &amp;#39;74 che i due ingressi vengono messi in relazione grazie ad un altro gruppo romano che, da allora, curera&amp;#39; le esplorazioni. Quattro anni piu&amp;#39; tardi, gli esploratori, dopo un lungo tratto su canotto, si fermano, bypassato un sifone, su di un nuovo grande lago.&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&lt;a href=\"http://www.gsmatese.it/\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere...&lt;/a&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&amp;nbsp;&lt;/p&gt;\n","art":"Borbone di Napoli"},{"id":"tx-27","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":465.6,"end":495.6},"title":"Grotta Pozzo della Neve","text":"&lt;p&gt;&lt;span style=\"font-size:13px; line-height:1.6em\"&gt;Nel 1955 viene scoperto, ad opera di un gruppo di speleologi romani, l&amp;#39;ingresso del Pozzo della Neve e la grotta viene esplorata fino ad un sifone che, pochi metri piu&amp;#39; in basso, frena la discesa e le speranze. Nell&amp;#39;agosto del &amp;#39;62 il sifone viene trovato libero e la grotta viene esplorata fino all&amp;#39;inizio del Ramo Attivo; quattro anni dopo viene percorsa una parte di questo ramo e, in contemporanea, un&amp;#39;altra squadra esplora il Ramo Principale fino al Pozzo 80.Il gruppo a questo punto si scinde e, mentre nel &amp;#39;71 alcuni raggiungono il fondo del Ramo Attivo, altri, nel &amp;#39;72, dopo aver sceso il P.80, si fermano all&amp;#39;inizio della Galleria Nunziata. Nel corso dei due anni successivi si raggiunge il fondo, per allora, su di un sifone alla profondita di 731 metri.Nel 1981 il sifone viene finalmente superato da un sub (oggi si puo&amp;#39; by passare) e si esplora fino a -818;&amp;nbsp; [veduta di Pozzo della Neve-Ramo dei Baba&amp;#39;] L&amp;#39;anno dopo viene raggiunta la Fessura del Casco che, per molto tempo, sar&amp;agrave; il punto piu&amp;#39; profondo&amp;nbsp;&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;di PdN (-895).&amp;nbsp;&lt;/p&gt;\n\n&lt;p&gt;&lt;a href=\"http://www.gsmatese.it/\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere...&lt;/a&gt;&lt;/p&gt;\n"},{"id":"wk-28","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":588.9,"end":618.9},"art":"Torano (fiume)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http:null\"></div><br><div><p>Il <b>Torano</b>, è un fiume dell'Italia meridionale, affluente del fiume Volturno.</p>\n<p>Origina dal Lago del Matese allo <i>Scennerato</i>. Segue un percorso tortuoso, con infiltrazioni, conche e cascate, con un accentuato dislivello di 800&nbsp;m. Attraverso il complesso calcareo l'acqua scende fino a valle, con nuova sorgente presso il centro antico di Piedimonte Matese. Bagna il Sannio Alifano interessando gli abitati di Piedimonte Matese e di Alife, per una lunghezza di circa 11&nbsp;km, prima di affluire nel Volturno in territorio alifano.</p>\n<p>Dal punto di vista strettamente demaniale, il fiume Torano lo si considera come originato dalle omonime sorgenti poste in agro di Piedimonte Matese.</p>\n<p>Il Torano si divide in due rami per intervento umano probabilmente già in età classica, denominati nuovo e vecchio, e tale distinzione risale certamente a prima del XIII secolo. La biforcazione avviene a valle di Piedimonte in località Chiusa a 2,2&nbsp;km. dalla Sorgente; il Torano vecchio, scorre a destra per la località Vernelle, il ramo nuovo scorre a sinistra per Alife. I due rami sboccano nel Volturno a 5&nbsp;km. di distanza tra di loro.</p>\n<p>Oggi per questi rami viene utilizzata la definizione classica: ramo destro e ramo sinistro (intendendosi per destro e sinistro i lati che vede un osservatore con le spalle poste alla sorgente, ndr) .</p>\n<p>Nel Medioevo alimentava numerosi mulini, e ancora negli Statuti di Alife del 1503 emerge l'importanza del fiume nell'economia locale. Nella seconda metà del XVI secolo il poeta Ludovico Paterno lodava il <i>dolce e patrio Toran che per due strade, l'argento e l'ambra nel Volturno asconde</i>.</p>\n<p>Fino agli '60 del XX secolo era possibile ammirare la sorgente di Piedimonte, e la cascata presso le mura romane di Alife. Attualmente, le acque sono utilizzate in massima parte per l'acquedotto campano e per scopi idroelettrici.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1231\nCached time: 20170227143311\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.004 seconds\nReal time usage: 0.006 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 0/2097152 bytes\nTemplate argument size: 0/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 0.000 1 -total\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Torano (fiume)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Torano (fiume)"},{"id":"wk-29","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":645.6,"end":675.6},"art":"Potamon fluviatile","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>granchio di fiume</b> (<i><b>Potamon fluviatile</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Herbst, 1785</span>) è un crostaceo decapode di acqua dolce, appartenente alla famiglia dei Potamidi.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1283\nCached time: 20170227143746\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.064 seconds\nReal time usage: 0.086 seconds\nPreprocessor visited node count: 520/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 8791/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1233/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.015/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.3 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 76.812 1 -total\n 51.05% 39.213 1 Template:IUCN\n 46.30% 35.562 1 Template:Cita_testo\n 37.71% 28.965 1 Template:Tassobox\n 8.22% 6.312 1 Template:Tassobox/Categoria\n 6.96% 5.349 1 Template:Come_leggere_il_tassobox\n 5.87% 4.505 1 Template:Tassobox/Categoria/Animalia\n 3.74% 2.871 1 Template:Statocons_near_threaned\n 3.18% 2.441 5 Template:Tassobox/Colore\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Potamon fluviatile\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Potamon fluviatile"},{"id":"wk-30","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":697.8,"end":727.8},"art":"Elaphe quatuorlineata","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>cervone</b> (<i>Elaphe quatuorlineata</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">(Bonnaterre,1790)</span>) è un serpente della famiglia dei Colubridi.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1281\nCached time: 20170227143753\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.064 seconds\nReal time usage: 0.088 seconds\nPreprocessor visited node count: 645/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 9984/2097152 bytes\nTemplate argument size: 1374/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.016/10.000 seconds\nLua memory usage: 1.6 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 77.701 1 -total\n 31.88% 24.775 1 Template:Tassobox\n 28.87% 22.433 1 Template:IUCN\n 27.46% 21.338 1 Template:Cita_testo\n 22.08% 17.155 1 Template:Nota_disambigua\n 19.16% 14.890 1 Template:Str_find\n 6.52% 5.070 1 Template:Come_leggere_il_tassobox\n 5.38% 4.178 1 Template:Tassobox/Categoria\n 3.64% 2.826 1 Template:Tassobox/Categoria/Animalia\n 3.31% 2.575 1 Template:Cita_web\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Elaphe quatuorlineata\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Elaphe quatuorlineata"},{"id":"wk-31","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":755.7,"end":785.7},"art":"Anguis fragilis","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>L'<b>orbettino</b> (<i><b>Anguis fragilis</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758) è un sauro della famiglia Anguidae.</p>\n<p>Da molti erroneamente considerato un serpente, per via del suo particolare modo di incedere, dovuto alla mancanza di arti; in realtà si tratta di una lucertola che, nel corso dell'evoluzione, ha perso le zampe; come molte lucertole, in caso di pericolo riesce a spezzare la coda, che rappresenta il 60% della lunghezza del corpo, lasciandola sul terreno per distrarre l'aggressore e riuscire a fuggire (il nome scientifico sottolinea questa sua capacità - infatti <i>fragilis</i> significa <i>che si può spezzare</i>). Altro aspetto che differenzia questa specie rispetto agli ofidi, è la presenza di palpebre che si chiudono, un minor numero di vertebre ed una pelle più robusta.</p>\n<p>Recenti studi genetici hanno separato la linea evolutiva italiana classificando gli orbettini al di sotto delle Alpi e del Sud-est della Francia come <i>Anguis veronensis</i>.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1287\nCached time: 20170227143823\nCache expiry: 2592000\nDynamic content: false\nCPU time usage: 0.060 seconds\nReal time usage: 0.078 seconds\nPreprocessor visited node count: 753/1000000\nPreprocessor generated node count: 0/1500000\nPost‐expand include size: 10685/2097152 bytes\nTemplate argument size: 2224/2097152 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.008/10.000 seconds\nLua memory usage: 1 MB/50 MB\n-->\n<!--\nTransclusion expansion time report (%,ms,calls,template)\n100.00% 67.862 1 -total\n 32.88% 22.312 1 Template:Tassobox\n 30.54% 20.726 1 Template:Cita_web\n 17.91% 12.151 1 Template:F\n 15.71% 10.662 1 Template:Avviso\n 8.80% 5.975 1 Template:Come_leggere_il_tassobox\n 6.94% 4.712 1 Template:Categorie_avviso\n 6.59% 4.473 1 Template:Tassobox/Categoria\n 4.51% 3.064 1 Template:Tassobox/Categoria/Animalia\n 3.48% 2.359 1 Template:Cita_pubblicazione\n-->\n</div><a href=\"https://it.wikipedia.org/wiki/Anguis fragilis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anguis fragilis"},{"id":"wk-32","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":805.8,"end":835.8},"art":"Pastorizia","lang":"it","wiki":"&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;La &lt;b&gt;pastorizia&lt;/b&gt; è una delle forme più antiche di allevamento, praticata con la maggior parte delle specie animali domestiche da reddito: principalmente ovini, caprini, bovini, ma anche suini ed equini.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1147\nCPU time usage: 0.076 seconds\nReal time usage: 0.093 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pastorizia\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Pastorizia"},{"id":"wk-33","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":855,"end":885},"art":"Pescolanciano","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/6/6c/Pescolanciano-Stemma.png/80px-Pescolanciano-Stemma.png\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;&lt;b&gt;Pescolanciano&lt;/b&gt; (&lt;i&gt;Pesculangiànë&lt;/i&gt; in molisano) è un comune italiano di 904 abitanti della provincia di Isernia in Molise.&lt;br&gt;\n&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1192\nCPU time usage: 0.540 seconds\nReal time usage: 0.617 seconds\nPreprocessor visited node count: 2380/1000000\nPreprocessor generated node count: 13261/1500000\nPost‐expand include size: 25704/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2786/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 5/500\nLua time usage: 0.081s\nLua memory usage: 633 KB\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pescolanciano\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Pescolanciano"},{"id":"wk-34","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":948.7,"end":978.7},"art":"Monte Miletto","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/e/e4/Monte_Miletto.jpg/250px-Monte_Miletto.jpg\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n&lt;p&gt;&lt;span style=\"font-size: small;\"&gt;&lt;/span&gt;&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;&lt;b&gt;Monte Miletto&lt;/b&gt; è la vetta più alta dei monti del Matese (2050 m s.l.m.). È posizionato al centro del Massiccio e divide le regioni Campania e Molise e quattro provincie: Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso, anche se l'estrema punta si trova in provincia di Isernia, nel comune di Roccamandolfi.&lt;/p&gt;\n\n\n&lt;!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1115\nCPU time usage: 0.440 seconds\nReal time usage: 0.510 seconds\nPreprocessor visited node count: 1613/1000000\nPreprocessor generated node count: 12813/1500000\nPost‐expand include size: 18626/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2058/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 18/40\nExpensive parser function count: 4/500\nLua time usage: 0.012s\nLua memory usage: 543 KB\n--&gt;\n&lt;/div&gt;&lt;a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Monte Miletto\" target=\"_blank\"&gt;Continua a leggere..&lt;/a&gt;","title":"Monte Miletto"},{"id":"wk-35","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":988.6,"end":1018.6},"art":"Lago del Matese","lang":"it","wiki":"&lt;div style=\"float:left;margin-right:10px\"&gt;&lt;img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/78/Lago_del_matese_in_autunno.JPG/260px-Lago_del_matese_in_autunno.JPG\"&gt;&lt;/div&gt;&lt;br&gt;&lt;div&gt;\n\n&lt;p&gt;Il &lt;b&gt;lago del Matese&lt;/b&gt; è il lago di natura carsica più alto d'Italia, situato ai piedi del Monte Miletto (2050 m slm) e del Monte Gallinola (1923&amp;nbsp;m s.l.m.) nel gruppo montuoso del Matese, nel comune di San Gregorio Matese e Castello del Matese in provincia di Caserta. 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Costituiscono il genere &lt;i&gt;&lt;b&gt;Fulica&lt;/b&gt;&lt;/i&gt;.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;La maggior varietà di specie si riscontra in Sudamerica ed è probabile che questo genere abbia avuto origine là.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Questi ralli hanno un piumaggio quasi completamente nero e, diversamente da molti ralli, sono solitamente facili da vedere, dal momento che nuotano spesso in acque aperte piuttosto che nascondersi nel sottobosco.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Sulla fronte presentano degli scudi prominenti od altre decorazioni, hanno becchi colorati e molte, ma non tutte, hanno il sottocoda bianco. Come altri ralli, hanno dita palmate.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Tendono ad avere corte ali arrotondate ed a non essere buone volatrici, sebbene le specie settentrionali siano tuttavia in grado di coprire lunghe distanze; in rare occasioni la folaga americana ha raggiunto la Gran Bretagna e l'Irlanda. Le specie che migrano si spostano solo di notte.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Grazie alle zampe robuste le folaghe possono camminare e correre velocemente e le loro lunghe dita sono ben adattate alle superfici soffici ed accidentate.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Questi uccelli sono onnivori e si nutrono soprattutto di vegetali, ma anche di piccoli animali e uova. Durante la stagione degli amori sono aggressivamente territoriali, ma generalmente si possono vedere in stormi numerosi tra la bassa vegetazione dei laghi in cui preferiscono vivere. 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Insieme di tribù riunite nella Lega sannitica, estesero nel corso della prima metà del I millennio a.C. la propria area di influenza, fino ad arrivare a comprendere i loro vicini meridionali, gli Osci, ai quali erano linguisticamente molto affini. Nel IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica romana, allora potenza in piena ascesa. Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannitiche sancirono la supremazia dei Romani, incrinata da defezioni e ribellioni nei secoli seguenti, ma mai messa in discussione. 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A differenza di altri sport acquatici con cui spesso viene confuso (rafting, kayak, hydrospeed, o canoismo a causa del nome inglese \"canoeing\") si percorre il torrente a piedi, senza l'ausilio di gommone o canoa.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;L'ambiente in cui si svolge, comunemente detto forra, è per sua stessa natura inospitale. Un percorso di torrentismo si svolge all'interno di gole profondamente scavate nella roccia, caratterizzate in genere da forte pendenza. Gli ostacoli sono quindi costituiti da cascate, salti di roccia, scivoli, corridoi allagati, laghetti. È quindi impossibile la progressione a ritroso. L'uscita dal canyon avviene solo al suo termine o in corrispondenza di scappatoie, se presenti.&lt;/p&gt;\n&lt;p&gt;Lo sport si svolge in gruppo, composto in genere dai 4 agli 8 torrentisti. Il torrentismo non è necessariamente uno sport estremo. Come per altri sport esistono percorsi di varia difficoltà, dai più semplici canyon d'iniziazione ai percorsi estremi invernali. 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Matese, magico intreccio di storia e natura

 

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