{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":852,"end":1547.006259},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0}],"contents":[{"id":"wk-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":50,"end":80},"art":"Etna","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9e/L'Etna_vista_dalla_campagna_di_Randazzo.JPG/250px-L'Etna_vista_dalla_campagna_di_Randazzo.JPG\"></div><br><div>\n\n\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n<p>L’<b>Etna</b> (<i>Mungibeddu</i> o <i>'a Muntagna</i> in siciliano) è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario e rappresenta il vulcano attivo più alto ed esteso d'Europa. Con le diverse eruzioni ad esso connesse ha modificato incessantemente il paesaggio, minacciando spesso le diverse comunità umane che nei millenni si sono insediate intorno ad esso.</p>\n<p>La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia vulcanica e periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.</p>\n<p>Il 21 giugno 2013 la XXXVII Sessione del Comitato UNESCO, riunitasi a Phnom Penh, ha insignito il Monte Etna del titolo di Patrimonio dell'Umanità.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1132\nCPU time usage: 0.768 seconds\nReal time usage: 0.877 seconds\nPreprocessor visited node count: 2533/1000000\nPreprocessor generated node count: 16824/1500000\nPost‐expand include size: 28646/2048000 bytes\nTemplate argument size: 5477/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 27/40\nExpensive parser function count: 4/500\nLua time usage: 0.020s\nLua memory usage: 840 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Etna\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Etna"},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":168,"end":198},"art":"Vitigno","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Con il termine <b>vitigno</b> si indica una particolare varietà di vite, generalmente utilizzata per la produzione di vino.</p>\n<p>I vitigni si possono distinguere per differenti forme e colori dei chicchi di uva, del grappolo e delle foglie, oltre che per differenti periodi di maturazione e soprattutto per le diverse caratteristiche organolettiche dei vini da essi ottenuti.</p>\n<p>Per identificare un dato vitigno è necessaria un'accurata descrizione della forma delle foglie e dei frutti (grappoli); di questo si occupa l'ampelografia. Tale studio sistematico ebbe inizio con l'agronomo latino Columella e si sviluppò con Pier dei Crescenzi nel XIII secolo e soprattutto con il Conte Odart che scrisse nel XIX secolo l'<i>Ampelografia universale</i>. Oggi, a queste accurate descrizioni morfologiche, standardizzate dall'Organisation internationale de la vigne et du vin si sono aggiunte le più accurate analisi del DNA.</p>\n<p>Numerosi vini vengono prodotti utilizzando miscele di uve di differenti vitigni, ad esempio il vino Chianti è prodotto principalmente con vitigni di Sangiovese a cui si possono aggiungere Canaiolo o altre uve a bacca rossa. L'aggiunta di Malvasia e Trebbiano non è più ammessa dal 2005.</p>\n<p>In Italia i vitigni più diffusi sono tra i rossi il Nebbiolo, il Sangiovese, la Barbera, il Primitivo ed il Montepulciano; tra i bianchi il Trebbiano, il Vermentino, la Vernaccia ed il Moscato.</p>\n<p>Nel mondo si stima che esistano circa 5000 vitigni coltivati. I più famosi e diffusi nel mondo (i cosiddetti \"Vitigni internazionali\") sono fra i rossi il Cabernet-Sauvignon, il Cabernet franc, il Merlot, il Pinot nero, lo Zinfandel e la Syrah; tra i bianchi il Sauvignon, lo Chardonnay, il Muscat ed il Riesling.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1199\nCPU time usage: 0.072 seconds\nReal time usage: 0.088 seconds\nPreprocessor visited node count: 11/1000000\nPreprocessor generated node count: 557/1500000\nPost‐expand include size: 329/2048000 bytes\nTemplate argument size: 25/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vitigno\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vitigno"},{"id":"wk-2","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":210.5,"end":240.5},"art":"Lava","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p><b>Lava</b> è il nome che viene dato al magma vulcanico dopo che ha perso i gas e gli altri componenti volatili sotto pressione che lo permeavano. Il termine \"lava\" si riferisce sia alla roccia allo stato fuso che fuoriesce in seguito ad una eruzione, che alla stessa roccia una volta che si è solidificata dopo il raffreddamento.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1208\nCPU time usage: 0.088 seconds\nReal time usage: 0.105 seconds\nPreprocessor visited node count: 43/1000000\nPreprocessor generated node count: 367/1500000\nPost‐expand include size: 343/2048000 bytes\nTemplate argument size: 94/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 471 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Lava\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Lava"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":258.2,"end":288.2},"art":"Randazzo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/74/Randazzo-Stemma.png/80px-Randazzo-Stemma.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><b>Randazzo</b> (<i>Rannazzu</i> in siciliano) è un comune italiano di 11.215 abitanti della provincia di Catania in Sicilia.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1137\nCPU time usage: 0.776 seconds\nReal time usage: 0.862 seconds\nPreprocessor visited node count: 3064/1000000\nPreprocessor generated node count: 24850/1500000\nPost‐expand include size: 32833/2048000 bytes\nTemplate argument size: 7095/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 19/40\nExpensive parser function count: 11/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 471 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Randazzo\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Randazzo"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":331.4,"end":361.4},"art":"Parco dell'Etna","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9b/Zone_parco_Etna.png/280px-Zone_parco_Etna.png\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>Il <b>Parco dell'Etna</b> è un'area naturale protetta della Regione Siciliana, istituita nel 1987.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1206\nCPU time usage: 0.260 seconds\nReal time usage: 0.298 seconds\nPreprocessor visited node count: 932/1000000\nPreprocessor generated node count: 10871/1500000\nPost‐expand include size: 7482/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2215/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Parco dell'Etna\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Parco dell'Etna"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":371.7,"end":401.7},"art":"Betulla","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p><b>Betulla</b> (<i>Betula</i>, Linnaeus) è un genere di piante della famiglia delle Betulaceae, genericamente note come betulle.</p>\n<p>Il genere comprende oltre 40 specie originarie dell'emisfero nordico, in special modo le zone scandinave.</p>\n<p>Il nome del genere deriva dal celtico <i>betu</i> che significa appunto \"albero\".</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1142\nCPU time usage: 0.184 seconds\nReal time usage: 0.214 seconds\nPreprocessor visited node count: 409/1000000\nPreprocessor generated node count: 5298/1500000\nPost‐expand include size: 4087/2048000 bytes\nTemplate argument size: 614/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Betula\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Betula"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":504.9,"end":534.9},"art":"Larix","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Larix</b></i> è un genere di conifere appartenenti alla famiglia delle Pinaceae. Vi appartengono i larici con l'unica specie europea presente in Italia: <i>Larix decidua</i> Miller. Nella flora italiana spontanea, i larici sono le uniche conifere le cui foglie non sono persistenti (non sono sempreverdi e quindi si spogliano in autunno e inverno). Di questa famiglia fa parte il Pino Laricio calabro e corso, appartenente però al genere <i>Pinus</i>.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1207\nCPU time usage: 0.136 seconds\nReal time usage: 0.158 seconds\nPreprocessor visited node count: 380/1000000\nPreprocessor generated node count: 4975/1500000\nPost‐expand include size: 4017/2048000 bytes\nTemplate argument size: 511/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Larix\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Larix"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":544.7,"end":574.7},"art":"Castagno dei Cento Cavalli","lang":"it","wiki":"<div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>Il <b>Castagno dei Cento Cavalli</b> è un albero di castagno plurimillenario, ubicato nel Parco dell'Etna in territorio del comune di Sant'Alfio (CT) nel cui stemma civico è raffigurato. Il castagno, considerato come il più famoso e grande d'Italia e oggetto di uno dei più antichi atti di tutela naturalistica - se non il primo del genere - in Sicilia, è stato studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri in epoche passate. La sua storia si fonde con la leggenda di una misteriosa regina e di cento cavalieri con i loro destrieri, che, si narra, vi trovarono riparo da un temporale.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1189\nCPU time usage: 0.116 seconds\nReal time usage: 0.144 seconds\nPreprocessor visited node count: 382/1000000\nPreprocessor generated node count: 2855/1500000\nPost‐expand include size: 3336/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1155/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Castagno dei Cento Cavalli\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Castagno dei Cento Cavalli"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":584.3,"end":614.3},"art":"Valle del Bove","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/7c/Vallebove2600.jpg/260px-Vallebove2600.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n\n<p>La <b>Valle del Bove</b> è un'ampia conca che si trova sul versante orientale dell'edificio vulcanico dell'Etna, all'interno dell'area protetta del Parco dell'Etna, nel comune di Zafferana Etnea (CT).</p>\n<p>La formazione di tale depressione viene fatta risalire a 64.000 anni fa a causa del collasso dei centri eruttivi del <i>Trifoglietto I</i> e del <i>Trifoglietto II</i>, predecessori dell'Etna. Lo sprofondamento dei due crateri formò una caldera profonda 1 chilometro e larga 5 chilometri. Il cono vulcanico del monte Etna attuale si sarebbe formato a nord-ovest dell'unità del Trifoglietto II circa 34.000 anni fa.</p>\n<p>La Valle del Bove si presenta desertica, ricoperta da colate laviche recenti (1991-'93 e seguenti) ed occupa una superficie di circa 37 km². Il recinto craterico all'interno del quale si trova la valle si sviluppa per un perimetro di circa 18 chilometri e presenta a nord e a sud pareti dall'altezza variabile tra i 400 e i 1.000 metri. A est, invece, si apre in una spianata interrotta dal Monte Calanna che emerge isolato dalle recenti lave. Uno scosceso pendio, il <i>Salto della Giumenta</i>, affievolito dalla colata lavica del 1991-'93, la separa dalla sottostante Val Calanna.</p>\n<p>Nella valle sono presenti diverse dagale (porzioni di vegetazione isolata circondate da lave) e sono visibili alcuni crateri avventizi recenti come Monte Simone (eruzione del 1811-1812) e i Monti Centenari (eruzione del 1852-1853) nonché alcune formazioni rocciose risalenti a collassi del Trifoglietto. La genesi della valle è oggetto di studi ma questa sembra non essere riferibile a un unico evento quanto piuttosto a una serie di collassi.</p>\n\n<p><br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1127\nCPU time usage: 0.308 seconds\nReal time usage: 0.363 seconds\nPreprocessor visited node count: 892/1000000\nPreprocessor generated node count: 10734/1500000\nPost‐expand include size: 7961/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2443/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Valle del Bove\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Valle del Bove"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":673.4,"end":703.4},"art":"Bomba vulcanica","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Una <b>bomba di lava</b> è un \"goccia\" di roccia ardente tefrite avente un diametro superiore ai 64&nbsp;mm, che si forma durante un'eruzione vulcanica. Durante questo evento diversi frammenti di lava dotati di una specifica viscosità vengono espulsi dal vulcano. Prima di raggiungere il suolo si raffreddano fino a solidificarsi. Le bombe di lava possono essere scagliate a molti chilometri di distanza dal luogo dell'eruzione, e spesso acquistano forme aerodinamiche durante il loro volo.</p>\n<p>A meno che non solidifichi durante il volo, una bomba di lava può sviluppare sulla superficie esterna delle fenditure, mentre la sua parte interna continua a espandersi. Questo tipo di lava è conosciuto come <b>bomba a crosta di pane</b>. Se la temperatura della bomba rimane elevata, questa, al momento in cui tocca il suolo forma una cosiddetta <b>bomba sterco di vacca</b>.</p>\n<p>Una bomba vulcanica rappresenta un elevato rischio vulcanico, e può causare gravi ferite e causare dei morti nella zona dell'eruzione. Un tale incidente è avvenuto presso il vulcano Galeras in Colombia nel 1993. Sei persone vicino alla summità del vulcano furono gravemente feriti a causa di diverse bombe di lava che il vulcano ha inaspettatamente espulso.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1202\nCPU time usage: 0.060 seconds\nReal time usage: 0.074 seconds\nPreprocessor visited node count: 1/1000000\nPreprocessor generated node count: 4/1500000\nPost‐expand include size: 0/2048000 bytes\nTemplate argument size: 0/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 1/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Bomba vulcanica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Bomba vulcanica"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":855.4,"end":885.4},"art":"Folaga","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Le <b>folaghe</b> sono uccelli acquatici di medie dimensioni appartenenti alla famiglia dei ralli. Costituiscono il genere <i><b>Fulica</b></i>.</p>\n<p>La maggior varietà di specie si riscontra in Sudamerica ed è probabile che questo genere abbia avuto origine là.</p>\n<p>Questi ralli hanno un piumaggio quasi completamente nero e, diversamente da molti ralli, sono solitamente facili da vedere, dal momento che nuotano spesso in acque aperte piuttosto che nascondersi nel sottobosco.</p>\n<p>Sulla fronte presentano degli scudi prominenti od altre decorazioni, hanno becchi colorati e molte, ma non tutte, hanno il sottocoda bianco. Come altri ralli, hanno dita palmate.</p>\n<p>Tendono ad avere corte ali arrotondate ed a non essere buone volatrici, sebbene le specie settentrionali siano tuttavia in grado di coprire lunghe distanze; in rare occasioni la folaga americana ha raggiunto la Gran Bretagna e l'Irlanda. Le specie che migrano si spostano solo di notte.</p>\n<p>Grazie alle zampe robuste le folaghe possono camminare e correre velocemente e le loro lunghe dita sono ben adattate alle superfici soffici ed accidentate.</p>\n<p>Questi uccelli sono onnivori e si nutrono soprattutto di vegetali, ma anche di piccoli animali e uova. Durante la stagione degli amori sono aggressivamente territoriali, ma generalmente si possono vedere in stormi numerosi tra la bassa vegetazione dei laghi in cui preferiscono vivere. Negli USA uno stormo di folaghe è noto con il nome di copertura.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1121\nCPU time usage: 0.196 seconds\nReal time usage: 0.228 seconds\nPreprocessor visited node count: 462/1000000\nPreprocessor generated node count: 6157/1500000\nPost‐expand include size: 6287/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1364/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Fulica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Fulica"},{"id":"tx-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":919.8,"end":949.8},"title":"Sciara","text":"<p>Da Vocabolario Treccani on line</p>\n\n<p>Sciara&nbsp;s. f. [voce sicil. formata con sovrapposizione formale e semantica dell&rsquo;arabo&nbsp;&scaron;a῾ra&nbsp;&laquo;terreno sterile e incolto, sodaglia&raquo; su un derivato del lat.flagrare&nbsp;&laquo;ardere&raquo; significante &laquo;lava incandescente&raquo;, poi &laquo;lava indurita&raquo; (cfr. l&rsquo;ant.fiara&nbsp;&laquo;fiamma&raquo;, tenendo presente che l&rsquo;esito sicil. del lat.&nbsp;fl-&nbsp;&egrave;&nbsp;&scaron;-)]. &ndash; Termine locale, usato in Sicilia nella zona etnea per indicare gli accumuli di scorie vulcaniche che si formano sulla superficie o ai lati delle colate laviche.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.treccani.it/vocabolario/sciara/\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n","art":"Folaga"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1021.7,"end":1051.7},"art":"Cavità reogenetica","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Per <b>cavità reogenetiche</b> o <b>singenetiche</b> si intendono le grotte di origine vulcanica che, per la singolarità dei meccanismi che le hanno generate, sono originatesi insieme con la roccia che li contiene, ossia le colate laviche. Questa è la caratteristica fondamentale che le distingue dalle altre cavità naturali che sono dovute all'azione fisica (erosione) e chimica (corrosione) di escavazione delle acque per centinaia di migliaia di anni, se non addirittura in milioni di anni, nelle rocce carbonatiche (calcare) e nei gessi, mentre la formazione di una grotta lavica avviene spesso nel lasso di una settimana al massimo in alcuni mesi.<br>\nLe grotte di origine vulcanica (almeno quelle esistente sull'Etna e nel territorio etneo pedemontano) sono classificate in:</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1145\nCPU time usage: 0.512 seconds\nReal time usage: 0.532 seconds\nPreprocessor visited node count: 3489/1000000\nPreprocessor generated node count: 11199/1500000\nPost‐expand include size: 2216/2048000 bytes\nTemplate argument size: 686/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cavità reogenetica\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cavità reogenetica"},{"id":"tx-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1061.4,"end":1091.4},"title":"Grotta dei Lamponi","text":"<p>La grotta di scorrimento lavico (lava tube) denominata grotta dei Lamponi &egrave; una delle grotte di scorrimento lavico pi&ugrave; lunghe dell&#39;Etna, vi si accede da un&#39;apertura sul soffitto della galleria segnalato da un cippo in legno.<br />\nE&#39; formata da diversi slarghi a forma tubolare ellittica molto suggestivi.</p>\n\n<p><a href=\"http://wikimapia.org/1816833/it/Grotta-dei-Lamponi\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n","art":"Cavità reogenetica"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1241.3,"end":1271.3},"art":"Eruzioni dell'Etna","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Le <b>eruzioni dell'Etna</b> sono gli eventi eruttivi che si sono verificati sul vulcano Etna, in Sicilia, dalla sua formazione ai tempi odierni.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1192\nCPU time usage: 0.096 seconds\nReal time usage: 0.121 seconds\nPreprocessor visited node count: 153/1000000\nPreprocessor generated node count: 1389/1500000\nPost‐expand include size: 3080/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1047/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Eruzioni dell'Etna\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Eruzioni dell'Etna"},{"id":"tx-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1305.4,"end":1335.4},"title":"Esplosioni freatomagmatiche","text":"<p>Da Enciclopedia Treccani on line</p>\n\n<p>Eruzioni molto esplosive che si originano dall&rsquo;interazione tra magma e acqua esterna. L&rsquo;efficienza dell&rsquo;eruzione varia con l&rsquo;aumentare del valore di tale rapporto, come osservato da Michael F. Sheridan e Kenneth H. Wohletz (1983). Per rapporti bassi l&rsquo;attivit&agrave; vulcanica sar&agrave; di tipo stromboliano, con piccole esplosioni e lanci di breve gittata, man mano che il suo valore aumenta varia anche l&rsquo;efficienza della reazione che raggiunge il suo massimo intorno a un valore di ca. 0,3 a cui seguiranno le eruzioni freatomagmatiche.&nbsp;</p>\n\n<p><a href=\"http://www.treccani.it/enciclopedia/esplosioni-freatomagmatiche_(Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica)/\" target=\"_blank\">Continua a leggere...</a></p>\n","art":"Eruzioni dell'Etna"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1364.9,"end":1394.9},"art":"Eruzione di tipo stromboliano","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p>Le <b>eruzioni di tipo stromboliano</b> sono eruzioni vulcaniche di livello relativamente basso, il nome deriva dal vulcano Stromboli, in Sicilia, dove tali eruzioni consistono nell'espulsione di scorie incandescenti, lapilli e bombe di lava ad altitudini da decine fino a centinaia di metri. Sono da piccole a medie in volume, con violenza sporadica.</p>\n<p>Esse sono definite come <span title=\"Il testo selezionato deve essere comprovato da una fonte affidabile. Modifica la pagina per aggiungere fonti.\" style=\"background:#ffeaea; color:#444444\">\"leggermente esplosive ad intervalli discreti ma abbastanza regolari di secondi o minuti\".</span></p>\n<p>Il tefrite tipicamente si illumina di rosso quando esce dal cratere ma la sua superficie si raffredda e assume un colore dal buio al nero e può solidificare in modo significativo prima dell'impatto. Il tefrite si accumula in prossimità della bocca, formando un cono di scorie. La cenere è il prodotto più comune, la quantità di cenere vulcanica è in genere piuttosto minore.I flussi di lava sono più viscosi, e quindi più corti e più larghi, rispetto alle omologhe eruzioni hawaiane, essi possono o non possono essere accompagnati da produzione di roccia piroclastica.</p>\n<p>Invece il gas si fonde in bolle, chiamati lumache di gas, che crescono abbastanza fino a diventare abbastanza grandi da salire attraverso la colonna di magma, scoppiando vicino alla cima a causa della diminuzione della pressione e gettando magma in aria. Ogni episodio rilascia quindi gas vulcanici, a volte con una frequenza di pochi minuti l'uno dall'altro. Le lumache di gas si possono formare anche alla profondità di come tre chilometri, questo le rende difficili da prevedere.</p>\n<p>L'attività eruttiva stromboliana può essere molto duratura in quanto il sistema di condotto non è fortemente influenzato dall'attivita eruttiva, Per questo il sistema può ripetersi ripetutamente. Ad esempio, il vulcano Paricutin eruttò continuamente tra il 1943 e il 1952, il monte Erebus, in Antartide, ha prodotto eruzioni stromboliane almeno per molti decenni, e Stromboli stesso produsse eruzioni stromboliane per diverse migliaia di anni.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1191\nCPU time usage: 0.080 seconds\nReal time usage: 0.107 seconds\nPreprocessor visited node count: 52/1000000\nPreprocessor generated node count: 329/1500000\nPost‐expand include size: 1133/2048000 bytes\nTemplate argument size: 444/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 4/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Eruzione di tipo stromboliano\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Eruzione di tipo stromboliano"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1429.2,"end":1459.2},"art":"Piroclasto","lang":"it","wiki":"<div>\n<p>Per <b>piroclastite</b> o <b>roccia piroclastica</b> o ancora <b>deposito piroclastico</b>, si intende l'insieme di tutti i prodotti, esplosivi ed effusivi (piroclasti), non ancora caduti al suolo, di una eruzione vulcanica e generalmente formano dei depositi i cui elementi non sono ancora cementati. Il tufo, per esempio, è una <i>roccia piroclastica</i> che ha subito un processo di pietrificazione mentre la pozzolana è un esempio di roccia piroclastica sciolta. La parola <i>piroclasto</i> deriva dal greco, <i>pyr</i> (fuoco) e <i>klastó[s]</i>, (spezzato). Una volta giunti al suolo i <i>piroclasti</i> prendono il nome di tefriti.</p>\n<p>Le <i>rocce piroclastiche</i> vengono distinte a seconda del tipo di movimento causato dall'azione eruttiva del vulcano: flussi piroclastici, eruzioni piroclastiche, e cascate piroclastiche. Durante un'eruzione pliniana si formano pomice e cenere vulcanica nel momento in cui il magma siliceo si suddivide in condotti vulcanici a causa della decompressione e dello sviluppo di vere o proprie bolle. I piroclasti, una volta espulsi assieme alla cenere vulcanica, vanno a formare nubi eruttive e trasportati per diversi kilometri grazie ai venti in quota.</p>\n<p>Le particelle che si depositano al suolo (cascata piroclastica) da una nube eruttiva formano degli strati sul terreno e prendono il nome di tefrite. La densità della roccia piroclastica (<i>flusso</i> o <i>eruttiva</i>) dipende dalla concentrazione di particelle e dal livello di turbolenza del materiale, a volte definito anche <i>valanga incandescente</i>. I depositi di flussi piroclastici ricchi di pomice sono chiamati ignimbriti.</p>\n<p>Le eruzioni Hawaiane (per esempio quella del Kilauea) possono emettere blocchi di magma sospesi in gas e vengono chiamate <i>fontane di fuoco</i>. Tali blocchi, se sono abbastanza caldi, possono fondersi per formare flussi lavici. I piroclasti possono essere classificati anche a seconda delle loro dimensioni: bombe vulcaniche, lapilli e cenere vulcanica.</p>\n\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nParsed by mw1126\nCPU time usage: 0.124 seconds\nReal time usage: 0.144 seconds\nPreprocessor visited node count: 139/1000000\nPreprocessor generated node count: 1294/1500000\nPost‐expand include size: 2819/2048000 bytes\nTemplate argument size: 995/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Piroclasto\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Piroclasto"}]}
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