{"video":[{"pos":{"top":0,"left":0},"time":{"start":222,"end":1587},"spot":null,"idx":0,"id":"vd-0","videoId":0}],"contents":[{"id":"gm-0","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":15.1,"end":45.1},"zoom":6,"mapType":"roadmap","ind":"Monti Sabini, Monteleone Sabino, RI, Italia","loc":{"lat":"42.22","lng":"12.83"}},{"id":"wk-1","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":63.4,"end":93.4},"art":"Monte Terminillo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e5/SelladiLeonessa001.jpg/250px-SelladiLeonessa001.jpg\"></div><br><div>\n<p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n<p>Il <b>monte Terminillo</b> (<i>Mons Tetricus</i> per gli antichi romani) è un massiccio montuoso, la cui vetta più elevata raggiunge i 2217,13&amp;nbsp;m di altitudine (nuova rilevazione, precedentemente l'altezza era di 2216&amp;nbsp;m s.l.m.). Appartenente al gruppo dei Monti Reatini dell'Appennino Abruzzese, situato a 20&amp;nbsp;km da Rieti e a 100&amp;nbsp;km da Roma, fino al 1927 il massiccio montuoso e gran parte dei paesi pedemontani, esclusi Poggio Bustone, Rivodutri e Morro Reatino, appartenevano alla provincia dell'Aquila. La Vetta si trova nel territorio del comune di Leonessa. 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Secondo solo al Po per ampiezza del bacino idrografico <span style=\"white-space:nowrap; display:inline-block\">(<span style=\"white-space:nowrap; display:inline-block\">17 375&amp;nbsp;km²</span>),</span> con quasi <span style=\"white-space:nowrap; display:inline-block\">240&amp;nbsp;m³</span>/s di portata media annua alla foce è anche il terzo corso d'acqua nazionale (dopo il Po e il Ticino) per volume di trasporto.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.612 seconds\nReal time usage: 0.707 seconds\nPreprocessor visited node count: 2286/1000000\nPreprocessor generated node count: 13323/1500000\nPost‐expand include size: 22043/2048000 bytes\nTemplate argument size: 6093/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 29/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Tevere\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Tevere"},{"id":"wk-3","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":175.4,"end":205.4},"art":"Starna","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>La <b>starna</b> (<i>Perdix perdix</i>, (Linnaeus 1758) è un uccello galliforme appartenente alla famiglia dei Fasianidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.548 seconds\nReal time usage: 0.588 seconds\nPreprocessor visited node count: 5390/1000000\nPreprocessor generated node count: 17112/1500000\nPost‐expand include size: 7593/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1354/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Perdix perdix\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Perdix perdix"},{"id":"wk-4","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":299.9,"end":329.9},"art":"Cinghiale","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p>Il <b>cinghiale</b> (<i>Sus scrofa</i> Linnaeus, 1758) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi.</p>\n<p>Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne ed un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, in virtù di questo strettissimo legame con l'uomo il cinghiale appare assai frequentemente, e spesso con ruoli da protagonista, nella mitologia di moltissimi popoli, e solo nel corso del secolo passato ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l'uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale.</p>\n<p>Originario dell'Eurasia e del Nordafrica, nel corso dei millenni il cinghiale è stato a più riprese decimato e reintrodotto in ampie porzioni del proprio areale ed anche in nuovi ambienti, dove si è peraltro radicato talmente bene, grazie alle sue straordinarie doti di resistenza ed adattabilità, che al giorno d'oggi viene considerato una delle specie di mammiferi a più ampia diffusione e risulta assai arduo tracciarne un profilo tassonomico preciso, in quanto le varie popolazioni, originariamente pure, hanno subito nel tempo l'apporto di esemplari alloctoni o di maiali rinselvatichiti.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.192 seconds\nReal time usage: 0.283 seconds\nPreprocessor visited node count: 549/1000000\nPreprocessor generated node count: 6492/1500000\nPost‐expand include size: 8660/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1681/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sus scrofa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sus scrofa"},{"id":"wk-5","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":373.9,"end":403.9},"art":"Vacuna","lang":"it","wiki":"<div>\n\n<p><b>Vacuna</b> (latino <i>Vacuna</i>) era un'antichissima dea sabina. Poco ci è giunto riguardo ad essa.</p>\n<p>Aveva un santuario fatiscente presso la villa di Orazio, i cui resti secondo alcuni sono stati identificati nei pressi di Licenza (RM) e secondo altri nei pressi di Vacone (RI), città che prende il suo nome proprio dalla dea sabina, fin dalla fondazione.</p>\n<p>Vacuna figlia di Sabo ( latino Sabus), personaggio della mitologia sabina, dalla quale deriverebbe la radice sab che unisce Sabini Sabelli e Sanniti, figlio del dio Sanco (latino Sancus), antica divinità Osco-Umbra chiamato da alcuni Giove Fidius che veniva assimilato ad Eracle. Era considerato protettore dei giuramenti, e per questa ragione la sua radice etimologica si fa risalire al verbo sancire.</p>\n<p>Vacuna era venerata, prima dai Sabini poi dai Romani, come patrona del riposo dopo i lavori della campagna. Divinità di ampio utilizzo, ma soprattutto riconosciuta e invocata per la fertilità, legata alle fonti, alla caccia, e al riposo, la radice del suo nome è ancor oggi largamente utilizzato, facile è riconoscerla in tutto ciò che induce al riposo e alla contemplazione: Vacare; Vacante; Vacanze; Vacuare; Vacuo; Vagabondare. Quindi, unitamente ai pacifici luoghi appenninici dell’Italia centrale, si può definire la divinità del riposo. Molti sono i luoghi etimologicamente riconducibili a Vacuna: Vacone; Bacugno; Bocchignano; Mansio ad Vacanas, che sorgeva in prossimità della Valle di Baccano, (Bacane) (La mansio è composta di un'area adibita al riposo del viaggiatore) e altri, tutti nell’Italia centrale.</p>\n<p>Vacuna, è stata anche identificata, da autori antichi, con la dea Vittoria ed in seguito con Cerere, Minerva e Diana, e, in epoca ancora più tarda, con Nike.</p>\n<p>In suo onore, all'inizio dell'inverno veniva celebrata la festività dei <i>Vacunalia</i> ed a Vacone, ad inizio estate, ancora oggi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.632 seconds\nReal time usage: 0.661 seconds\nPreprocessor visited node count: 3969/1000000\nPreprocessor generated node count: 11201/1500000\nPost‐expand include size: 2566/2048000 bytes\nTemplate argument size: 911/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Vacuna\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Vacuna"},{"id":"wk-6","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":433.8,"end":463.8},"art":"Ratto delle sabine","lang":"it","wiki":"<div>\n\n\n<p>Il <b>ratto delle sabine</b> è una fra le vicende più antiche della storia di Roma, avvolte dalla leggenda. Lo storico Tito Livio (59 a.C. - 17 d.C.), nella sua monumentale storia di Roma, raccoglie molti di questi racconti tradizionali, in cui mito, rituali arcaici ed eventi storici sono spesso intimamente legati. Uno degli episodi più celebri è costituito dal \"Ratto delle sabine\". Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolge alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini risponde con l'astuzia. Organizza un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapisce le loro donne.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.217 seconds\nPreprocessor visited node count: 255/1000000\nPreprocessor generated node count: 6366/1500000\nPost‐expand include size: 7764/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2162/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 0/500\nLua time usage: 0.004s\nLua memory usage: 467 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Ratto delle sabine\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Ratto delle sabine"},{"id":"wk-7","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":502.3,"end":532},"art":"Allocco","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>L'<b>Allocco</b> (<i>Strix aluco</i>, Linnaeus 1758), è un uccello rapace della famiglia Strigidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.148 seconds\nReal time usage: 0.192 seconds\nPreprocessor visited node count: 463/1000000\nPreprocessor generated node count: 6037/1500000\nPost‐expand include size: 6445/2048000 bytes\nTemplate argument size: 823/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Strix aluco\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Strix aluco"},{"id":"wk-8","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":559,"end":589},"art":"Anemone","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n\n<p><i><b>Anemone</b></i> L., 1753, è un genere di piante della famiglia delle Ranunculaceae, comprendente un centinaio di specie di cui alcune spontanee dell'Europa mentre altre provenienti dal Sudafrica o dal Sud America.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.188 seconds\nReal time usage: 0.235 seconds\nPreprocessor visited node count: 565/1000000\nPreprocessor generated node count: 6598/1500000\nPost‐expand include size: 7444/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1530/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 10/40\nExpensive parser function count: 3/500\nLua time usage: 0.003s\nLua memory usage: 467 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Anemone\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Anemone"},{"id":"wk-9","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":599.6,"end":629.6},"art":"Iphiclides podalirius","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>podalirio</b> (<i><b>Iphiclides podalirius</b></i> (<span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus</span>, 1758)) è un lepidottero diurno appartenente alla famiglia Papilionidae.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.820 seconds\nReal time usage: 0.882 seconds\nPreprocessor visited node count: 4296/1000000\nPreprocessor generated node count: 17516/1500000\nPost‐expand include size: 11950/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3192/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 2/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Iphiclides podalirius\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Iphiclides podalirius"},{"id":"wk-10","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":664,"end":694},"art":"falco pecchiaiolo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n\n<p>Il <b>falco pecchiaiolo occidentale</b> (<i><b>Pernis apivorus</b></i>), detto in dialetto calabrese anche <b>adorno</b>, è un uccello rapace appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Si nutre soprattutto di insetti, anche se in inverno (ma non solo) non disdegna piccoli rettili e anfibi, uova, piccoli uccelli e piccoli mammiferi. È goloso anche di miele.</p>\n<p>È grande all'incirca quanto una poiana e il suo piumaggio è assai variabile con tre caratteristiche bande scure sulla coda.</p>\n<p>Il falco pecchiaiolo occidentale è un uccello migratore di lunga distanza che trascorre l'inverno a sud del Sahara e giunge in Europa a primavera per nidificare passando soprattutto dallo stretto di Gibilterra, dalla Sicilia e lo Stretto di Messina, e dalla Turchia (ad ovest ed est del Mar Nero).</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.176 seconds\nReal time usage: 0.295 seconds\nPreprocessor visited node count: 409/1000000\nPreprocessor generated node count: 5963/1500000\nPost‐expand include size: 5358/2048000 bytes\nTemplate argument size: 757/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Pernis apivorus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Pernis apivorus"},{"id":"tx-11","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":718.9,"end":748.9},"title":"Santa Maria in Vescovio","text":"<p>Il&nbsp;Santuario di Vescovio, tra i pi&ugrave; noti e pi&ugrave; importanti monumenti della&nbsp;Sabina, sorge nell&rsquo;area dove anticamente si trovava il municipio romano di &ldquo;Forum Novum&rdquo;. Le prime testimonianze di&nbsp;Santa Maria in Vescovio, l&#39;antica Cattedrale dei Sabini&nbsp;fino al 1495 quando la sede diocesana fu spostata a&nbsp;Magliano Sabina, risalgono all&rsquo;VIII secolo.</p>\n\n<p><a href=\"http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=94374\" target=\"_blank\">Contina a leggere...</a></p>\n"},{"id":"wk-12","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":804.2,"end":834.2},"art":"Abbazia di Farfa","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/22/Abbazia_di_Farfa-_(6).JPG/260px-Abbazia_di_Farfa-_(6).JPG\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>L'<b>abbazia di Santa Maria di Farfa</b> è un monastero della congregazione benedettina cassinese, che prende il nome dall'omonimo fiume (il <i>Farfarus</i> di Ovidio) che scorre poco lontano e che ha dato il nome anche al borgo adiacente l'abbazia. Si trova nel territorio del comune di Fara in Sabina, nel reatino.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.164 seconds\nReal time usage: 0.200 seconds\nPreprocessor visited node count: 702/1000000\nPreprocessor generated node count: 4528/1500000\nPost‐expand include size: 5448/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1975/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 15/40\nExpensive parser function count: 1/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia di Farfa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Abbazia di Farfa"},{"id":"wk-13","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":898.4,"end":928.4},"art":"Ballerina bianca","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>La <b>ballerina bianca</b> o <b>batticoda</b> o <b>ballerina bianca e nera</b> (<i>Motacilla alba</i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Linnaeus, 1758</span>) è un passeraceo della famiglia Motacillidae, diffuso in tutta l'Eurasia.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.152 seconds\nReal time usage: 0.202 seconds\nPreprocessor visited node count: 437/1000000\nPreprocessor generated node count: 5975/1500000\nPost‐expand include size: 6327/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1177/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Motacilla alba\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Motacilla alba"},{"id":"wk-14","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":940.9,"end":970.9},"art":"Farfa","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/8/8c/Farfa_presso_Granica_di_Montopoli.jpg/260px-Farfa_presso_Granica_di_Montopoli.jpg\"></div><br><div>\n\n\n\n<p>Il <b>Farfa</b> è un fiume, affluente della riva sinistra del fiume Tevere citato da Ovidio nelle <i>Metamorfosi</i> col nome di <i>Farfarus</i>:</p>\n\n<p>Nasce presso le sorgenti dette \"Le Capore\" nel territorio comunale di Frasso Sabino e si presenta come uno dei più importanti affluenti reatini del fiume Tevere, a regime quasi torrentizio con alveo la cui componente sassi-ciottoli è preponderante.</p>\n<p>Il Farfa bagna i comuni di Monteleone Sabino, Frasso Sabino, Casaprota, Poggio Nativo, Mompeo, Salisano, Castelnuovo di Farfa, Fara in Sabina e Montopoli di Sabina dove segna il confine tra i due comuni e dove, nel territorio di Montopoli scavò nei secoli un ponte naturale nel tufo, ora distrutto (vedi Ponte Sfondato). Il Farfa continua poi per un breve tratto in quel piccolo ritaglio che la provincia di Roma possiede oltre il Tevere nel territorio della Sabina grazie ai comuni di Torrita Tiberina e Nazzano, dove, alla confluenza del Farfa col Tevere, nel 1979 è stata istituita una riserva naturale: la Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa.</p>\n<p>A maggio del 2008 l'Associazione ONLUS <i>Giardino faunistico di Piano dell'Abatino</i> della provincia di Rieti, ha presentato alla Regione Lazio una proposta per la creazione di un Monumento naturale sul corso inferiore del fiume Farfa. Si tratta di un tratto del fiume, che al di là delle leggi nazionali di tutela, non gode di particolari protezioni ed è sottoposto a gravi rischi di inquinamento causato da impianti di lavorazioni di inerti, di produzioni di materiali bituminosi e da scarichi fognari non depurati. Nell'insieme le acque del Farfa sono particolarmente pulite soprattutto nel tratto iniziale con presenze faunistiche e floristiche di un certo pregio. Ma più a valle, mano a mano che ci si avvicina alle foci, la qualità decade e le specie faunistiche si impoveriscono anche per la forte pressione dovuta all'esercizio venatorio. Questa proposta di area protetta, risponde, quindi all'esigenza di tutelare un corso d'acqua di pregio costantemente utilizzato, dalle popolazioni locali, per la balneazione e lo svago, durante l'estate, ma anche per attività alieutiche nei laghetti presenti sul territorio di Castelnuovo di Farfa dove si potrebbero realizzare programmi di ripopolamento di specie autoctone di salmonidi, altre specie ittiche e crostacei. Ciò che più conta è fermare il degrado cui andrebbe incontro l'intero corso del fiume e valorizzarne sia gli aspetti naturalistici sia la pubblica fruizione compatibilmente con un ecosistema fragile e sottoposto a forte pressione antropica.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.388 seconds\nReal time usage: 0.456 seconds\nPreprocessor visited node count: 716/1000000\nPreprocessor generated node count: 10571/1500000\nPost‐expand include size: 9618/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2555/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 7/500\nLua time usage: 0.018s\nLua memory usage: 892 KB\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Farfa\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Farfa"},{"id":"wk-15","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":980.6,"end":1010.6},"art":"Merlo acquaiolo","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>merlo acquaiolo</b> (<i>Cinclus cinclus</i>, Linnaeus 1758), è un uccello della famiglia dei Cinclidae.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.256 seconds\nReal time usage: 0.297 seconds\nPreprocessor visited node count: 504/1000000\nPreprocessor generated node count: 6269/1500000\nPost‐expand include size: 7189/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1090/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cinclus cinclus\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cinclus cinclus"},{"id":"wk-16","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1052.3,"end":1082.3},"art":"Ghiozzo di ruscello","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Padogobius nigricans</b></i> <span style=\"font-variant: small-caps\">Canestrini, 1867</span>, conosciuto comunemente come <b>ghiozzo di ruscello</b>, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Gobiidae, endemico dell'Italia.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.300 seconds\nReal time usage: 0.361 seconds\nPreprocessor visited node count: 531/1000000\nPreprocessor generated node count: 6289/1500000\nPost‐expand include size: 7719/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1308/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Padogobius nigricans\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Padogobius nigricans"},{"id":"wk-17","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1101.9,"end":1131.9},"art":"Cardellino","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>Cardellino</b> (<i><b>Carduelis carduelis</b></i>, Linnaeus 1758 ) è un uccello appartenente alla famiglia dei fringillidi. Il nome deriva dalla pianta cardo dei cui semi (specialmente di quelli del cardo rosso) questi uccelli sono ghiotti.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.258 seconds\nPreprocessor visited node count: 417/1000000\nPreprocessor generated node count: 5785/1500000\nPost‐expand include size: 6806/2048000 bytes\nTemplate argument size: 1174/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Carduelis carduelis\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Carduelis carduelis"},{"id":"wk-18","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1166.9,"end":1196.9},"art":"Ciliegio","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p>Il <b>ciliegio</b> (<i>Prunus avium</i>) chiamato anche <i>ciliegio degli uccelli</i> o <i>ciliegio selvatico</i> è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell'Europa (dalle Isole Britanniche fino alla Russia, passando per Francia, Penisola Iberica, Italia, Germania fino a tutto l'est in zone montuose) e in alcune zone montane fredde dell'Asia minore (presente in scarsa misura con ecotipi leggermente differenti da quelli europei). In Italia è presente naturalmente dalle zone altocollinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al <i>Prunus cerasus</i> esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal <i>graffione bianco</i> piemontese, al <i>Durone nero</i> di Vignola.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.160 seconds\nReal time usage: 0.191 seconds\nPreprocessor visited node count: 412/1000000\nPreprocessor generated node count: 5111/1500000\nPost‐expand include size: 4091/2048000 bytes\nTemplate argument size: 549/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 8/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Prunus avium\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Prunus avium"},{"id":"wk-19","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1218.5,"end":1248.5},"art":"Lago del Turano","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/79/Lago_del_Turano.jpg/172px-Lago_del_Turano.jpg\"></div><br><div><p><span style=\"font-size: small;\"></span></p>\n\n<p>Il <b>Lago del Turano</b> è un lago creato artificialmente ai margini della conca Reatina, nel Lazio.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.308 seconds\nReal time usage: 0.371 seconds\nPreprocessor visited node count: 1471/1000000\nPreprocessor generated node count: 12197/1500000\nPost‐expand include size: 7755/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3095/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 25/40\nExpensive parser function count: 3/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Lago del Turano\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Lago del Turano"},{"id":"wk-20","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1258.5,"end":1288.5},"art":"Carpa","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Information-silk.svg/16px-Information-silk.svg.png\"></div><br><div>\n<p><i><b>Cyprinus carpio</b></i>, conosciuto comunemente come <b>carpa comune</b> o semplicemente <b>carpa</b> è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi.</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.244 seconds\nReal time usage: 0.288 seconds\nPreprocessor visited node count: 543/1000000\nPreprocessor generated node count: 6167/1500000\nPost‐expand include size: 10665/2048000 bytes\nTemplate argument size: 3842/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 12/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Cyprinus carpio\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Cyprinus carpio"},{"id":"wk-21","pos":{"top":5,"left":96},"time":{"start":1407.1,"end":1437.1},"art":"Sabina (olio)","lang":"it","wiki":"<div style=\"float:left;margin-right:10px\"><img src=\"http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1d/Nessuna_immagine_autorizzata_-_Cucina.png/150px-Nessuna_immagine_autorizzata_-_Cucina.png\"></div><br><div>\n<p><b>Sabina</b> (DOP) è il nome di un olio extravergine di oliva a Denominazione di origine protetta tipico del territorio sabino, corrispondente in modo approssimativo all'antica area della popolazione dei Sabini, con estensione nelle province di Roma e di Rieti. È considerato il primo D.O.P. italiano, essendo stato il primo olio in ordine di tempo ad ottenere la certificazione.<br>\n</p>\n\n\n<!-- \nNewPP limit report\nCPU time usage: 0.220 seconds\nReal time usage: 0.257 seconds\nPreprocessor visited node count: 1425/1000000\nPreprocessor generated node count: 24359/1500000\nPost‐expand include size: 9858/2048000 bytes\nTemplate argument size: 2989/2048000 bytes\nHighest expansion depth: 14/40\nExpensive parser function count: 0/500\n-->\n</div><a href=\"http://it.wikipedia.org/wiki/Sabina (olio)\" target=\"_blank\">Continua a leggere..</a>","title":"Sabina (olio)"}]}

I Monti Sabini

 

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